La pineta fatata
mi si stendeva davanti
con i suoi alberi antichi,
i suoi riflessi acquosi
pieni di rane e di falaschi,
con la sua ombra fresca e immensa.
Vi entravo con rispetto assoluto
per ritrovare la mia anima
in quel bosco senza tempo.
Lì perdevo ogni senso,
nel vortice infinito di verde.
Mi facevo bosco io stesso
e tutto era in pace.