Cosa siamo
Uno stelo secco di fieno
è quel che resta
del papavero rosso
che vestiva a festa
i campi di maggio.
Categoria: Ospiti
Articoli scritti da ospiti
Moderni tempi ricorrenti
Ci insegnarono a non cambiare lo stato delle cose
perché le cose le ha decise lo stato
e a non criticare lo stato delle cose
perché le cose diverse non hanno funzionato
ma è dovere pensare che
quando interesse sostituisca importanza
quando nutrire sostituisca mattanza
quando verità sostituisca arroganza
sia lecito levarsi e fronteggiare
questa cancrena morale.
DI CHTULUSIM
Di quelle sere
Di quelle sere, col mare grosso
coi pensieri schiacciati
con i cuori legati
che ti ripeti “non posso”.
Di vita che diventa contraria
il ricordo muta in assillo
anche il passo trema e vacillo
per i tuoni che avvelenano l’aria.
Di gocce che rigano il viso
da altri lidi lontani, affilate
come lacrime da altri affidate
al vento salato, poi grido.
DI CHTULUSIM
Autunno
Le nuvole bianche e grigie
Si accavallano nel cielo e
Impediscono al sole
di splendere.
La mancanza di luce offusca i colori
e tutto appare velato, di un’unica malinconica cromia.
Il mare e il cielo si fondono nel grigio dei pensieri
che si affastellano nella mente mia.
E’ autunno per tutti,
è la preparazione, dopo un’estate gioiosa,
di una necessaria invernale sosta forzosa.
DI GIOVANNI LEVANTINI
La libellula
Voli fra le canne del lago
Sembra che con i grandi occhi vuoi scoprire ogni piccolo particolare
Poi ti fermi in aria e con grazia cambi obiettivo: è una verde foglia
E riprendi il volo mutando continuamente direzione:
la tua è una danza armoniosa e ritmica
Che richiama alla spensieratezza dell’esistenza
quando non ci si accontenta del primo appiglio in cui ci si imbatte,
ma si è capaci di fermarci per riorientarci,
cambiare direzione e cercare nuovi obiettivi
trasformando così la vita in una piacevole avventura
perché trova nella normalità
una gioiosa novità.
DI GIOVANNI LEVANTINI
144.200 Ossa
Settecento incredule bocche
baciano il fondo del mare.
Nettuno colpevole le culli e carezzi
come figli voluti, da amare.
Centomila nomadi ossa
di esistere il tempo non cessa
e sabbia e cemento daranno rifugio
a chi parte ed arriva esiliato.
Settecento ultimi fiati
aspettano la tempesta si plachi.
e quando i colori saran tutti uguali
Rinasceranno
torneranno ad essere Umani.
[Dedicato ai circa 700 migranti vittime del naufragio nel Canale di Sicilia del 18/04/2015 e a tutte le vittime di questi viaggi della speranza]
DI CHTULUSIM
Settembre viareggino
Le foglie gialle formano un tappeto che rende meno cupa la terra nera della pineta, odorosa di muschio e resina con un vago sentore di funghi.
L’aria piacevolmente fresca rende agevole il passeggiare lento.
E’ la sensazione cercata invano negli afosi pomeriggi dell’estate appena trascorsa, quando quelle stesse fronde non riuscivano a mantenere l’implicita promessa di una agognata frescura.
Ora seduto gusto questo momento di benessere, ma il timido sole che si fa largo tra la vegetazione riporta la mente alla perduta libertà estiva riempiendo il cuore di amara nostalgia.
Lo scorrere inevitabile del tempo fa sperimentare la precarietà della vita e apre a nuovi orizzonti di senso.