La città in festa si veste di mille colori e dalle sue radici antiche fioriscono nuove gemme.
S’appende a capo chino il mondo vecchio, una volta ancora. E forse per una volta lo guardiamo nel verso giusto. Un popolo in maschera, che anarchico acclama un re che non è che un ubriacone di carta. Un corteo di draghi, mostri, deformi, pagliacci, tristi Pierrot e radiosi paradossi. La tradizione antica della libertà che si mostra. E quanta verità negli sguardi coperti di trucco, negli uomini coi tacchi a spillo, nei vecchi che danzano come fanciulli, nei bambini festanti.
Uno spazio e un tempo che esistono solo in quella stanza segreta dove si trovano le emozioni, e non c’è posto per la materia, ma solo per i sogni. Un mondo nudo senza vergogna, che ha gettato a mare ogni sovrastruttura.